Comunicazioni Febbraio 2022

AR 2021/2022                                                                           Newsletter n. 24

 

  • Forse non tutti sanno che…la tomografia computerizzata compie 50 anni

In mezzo secolo la tomografia computerizzata (TC) ha rivoluzionato la diagnostica, e non solo nel campo dei tumori. Messa a punto anche grazie ai proventi dei dischi dei Beatles, ha fatto vincere il premio Nobel e oggi diventa sempre più efficace grazie a computer e intelligenza artificiale.

La macchina che ha cambiato la storia della medicina moderna, la tomografia computerizzata, nota anche con la sigla TC, compie 50 anni. Era infatti il 1971 quando, nella cittadina di Wimbledon, in Gran Bretagna, conosciuta soprattutto per il suo prestigioso torneo di tennis, la prima TC rivelò la presenza di un tumore nel cervello di una donna di 41 anni.

A produrre lo strumento era stata la Electric and Music Industries, meglio nota come EMI, proprietaria degli studi di Abbey Road resi famosi dai Beatles. E fu proprio grazie agli incredibili proventi dei dischi della band inglese che la EMI decise di diversificare le proprie attività e investire nell’imaging medico.

L’anno successivo vide la luce il primo modello commerciale, creato dall’ingegnere della EMI Godfrey Hounsfield in collaborazione con il fisico Allan MacLeod Cormack. Ambedue, solo otto anni dopo la diagnosi di quel primo tumore, vennero insigniti del premio Nobel per la medicina e la fisiologia.

La TC ha costituito una vera rivoluzione per lo studio del cervello, poiché prima di allora l’unico modo di studiare le lesioni cerebrali era l’autopsia, oppure tecniche in vivo pericolose e imprecise. Presto, però, la tomografia ha esteso il proprio “occhio” su tutti gli altri organi interni. (fonte: FONDAMENTALE – gennaio 2022)

 

Abbiamo preso in prestito il titolo di una fortunata rubrica de “La settimana enigmistica” per parlare dell’invenzione di una macchina che, di sicuro, non c’entra niente con la telemedicina, non fosse altro che per le dimensioni. Ci ha colpito, nel leggere la storia che vogliamo condividere, il fatto che le vie del Signore sono infinite, ma anche quelle del denaro speso per scopi umanitari.