Comunicazioni Febbraio 2022

AR 2021/2022                                                                 Newsletter n. 23

  • Le Stele non sempre stanno a guardare

A novembre quattro statue stele sono andate in trasferta al Museo Nazionale di Zurigo per la mostra “Uomini scolpiti nella pietra”.

Alle scuole elementari i buoni maestri ci hanno parlato della memorabile impresa di Annibale che varcò le Alpi con i suoi elefanti.

Non meno degna di nota l’impresa del nostro socio onorario Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele della Lunigiana che, viaggiando in senso inverso, ha fatto varcare le Alpi a ben quattro statue stele, queste nemmeno dotate di zampe e tampoco proboscide.

Al di fuori della celia, un’altra medaglia al petto di chi, con tanta dedizione, ha dedicato la propria carriera e scienza al nostro territorio ed alla sua storia più antica e misteriosa.

Dedizione che ha “fruttato” oltre 13mila ingressi al Museo del Piagnaro nel 2021 e già le prospettive per il 2022 non sono meno rosee. Hanno contribuito al successo i nuovi reperti, fra tutti la testa di Monte Galletto ritrovata il 6 marzo lungo una mulattiera poco sopra l’oratorio di San Lazzaro alla periferia sud di Pontremoli; poi la stele di Campoli, la testa di Caprio generosamente donata dalla famiglia Dueblin e la testa di Levanto. Ma anche il riallestimento museale firmato dall’architetto Guido Canali, progetto che ha vinto il primo premio tra 150 concorrenti nella categoria “allestimento di interni” del Premio Architettura Toscana 2017. Un mix che ha solleticato l’interesse del direttore degli Uffizi Elke Schmidt che ha visitato Pontremoli e la struttura per valutarne l’idoneità ad ospitare alcune opere della Galleria degli Uffizi in prestito temporaneo.

La rassegna svizzera ha esposto una quarantina di stele provenienti da una ventina di musei europei di Italia, Francia, Germania, Svizzera, offrendo uno sguardo unico sulla vita dell’uomo del neolitico. A rappresentare le stele della Lunigiana sono stati gli originali “Casola” e “Moncigoli” assieme ai due calchi “Treschietto” e “Minucciano III”.

Attualmente tutte le opere prestate al Museo di Zurigo sono rientrate e sono state riallocate nella loro sede naturale del Piagnaro, sotto l’occhio vigile del direttore Ghiretti che ne ha curato personalmente il ritorno a casa.

Anche il nostro Club ha contribuito per la datazione del terriccio dei luoghi di rinvenimento col metodo del carbonio14 (vedi newsletter nn.1 e 7 del 2020), nell’ambito di un service permanente per la valorizzazione e conoscenza del territorio.

Per chi fosse interessato al tour virtuale della mostra al Museo Nazionale di Zurigo, click sulla visita virtuale

Visita Virtuale della Mostra